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La crisi nucleare della Corea del Nord
L’attuale crisi nucleare della Corea del nord ha origine nella sconfitta della guerra civile del 1953. Con la resa del Giappone (agosto 1945) la Corea aveva riconquistato la sua libertà, ma era venuta a trovarsi sotto una duplice occupazione: a Nord del 38° parallelo le truppe sovietiche, a sud quelle statunitensi. Questa occupazione finì per determinare la nascita di due Stati: la Repubblica di Corea, a sud, e la Repubblica popolare di Corea a nord. Fra il 1949 e il 1950 all’interno della Corea erano aumentate a causa delle difficoltà di trovare un compromesso, che permettesse la riunificazione della Corea. La guerra civile scoppiò quando Kim Il Sung ordinò all’esercito nord-coreano di invadere il sud prendendo a pretesto il rifiuto del presidente della Corea del Sud di accettare le elezioni generali per la riunificazione del paese. Dopo ripetuti scontri di frontiera i, il 25 giugno 1950, i nord-coreani varcarono il 38° parallelo. Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu decretò il 27 giugno, un’azione militare contro gli aggressori e invitò le nazioni rappresentate dall’Onu a fornire i loro contingenti. Con gli Stati Uniti numerosi altri paesi , tra cui la Gran Bretagna, Canada, Turchia, annunciarono io loro contributi. Comandante delle forze dell’Onu in Corea fu nominato il generale americano Douglas MacArthur. L’avanzata nord-coreana fu arrestata soltanto a partire dal mese di settembre,. Quando le forze dell’Onu supereranno , nel mese di ottobre, il 38° parallelo contingenti di “volontario” cinesi interverranno in aiuto della Corea del Nord. Il confine tra Corea del e Corea del Sud veniva riportato nel 1953, secondo l’armistizio, lungo il 38 ° parallelo. Dunque era la vittoria degli Stati Uniti che mantenevano la loro influenza nell’area asiatica e la sconfitta della Corea del Nord. La crisi nucleare coreana, trova in questi giorni, un altro momento decisivo. Il 3 Ottobre Pyongyang annuncia alla comunità internazionale che la Corea condurrà un test atomico. Sorge spontanea la domanda: perché il regime nord-coreano fa questo annuncio ? Le motivazioni sono molteplici. Tra tutte c’è la questione dei rapporti tra Pechino e Tokyo. Il Giappone sta revisionando la propria costituzione pacifista e ha consolidato i propri legami strategici con gli Usa e con la Cina., isolando fortemente proprio la Corea del nord. Il governo nord-coreano decide di aggravare la tensione regionale; l’annuncio di un test infatti da un lato rischia di compromettere il prestigio di Seul, dall’altro lato tende a spingere il Giappone a una dura reazione. Infatti il Giappone ha sostenuto di ritenere intollerabile un eventuale test nucleare nord-coreano e fonti di Seul hanno addirittura ipotizzato che una tale provocazione potrebbe indurre il Giappone a dotarsi ufficialmente di armi nucleari. Ma la ragione di fondo che spinge la Corea del Nord a queste provocazioni è nel rapporto con gli Usa. Per capirlo è necessario ricordare come l’amministrazione Bush negli ultimi mesi abbia deciso di inasprire le sanzioni economiche a Pyongiyang, provocando le reazioni nord-coreane. Il regime nord-coreano chieda da tempo la rimozione di queste nuove sanzioni per mettersi al tavolo della diplomazia . E’ del tutto evidente che una crisi geopolitica con possibili conseguenze militari o nucleari in Asia non fa bene alla comunità internazionale; una crisi geopolitica con rischi militari non può non far tremare i mercati internazionali (basta ricordare che i maggiori possessori di titoli del debito americano sono tutte potenze della regione, Cina, Giappone e Corea del sud) o per una crisi internazionale, politica, strategica e finanziaria. Coondoleza Rice ha deciso di dare una sterzata importante alla questione: nell’amministrazione gira un documento riservato nel quale viene impostata una politica coreana ben diversa da quella del “ch’ange regime” fin qui perseguita da Washington. Il documento infatti propone l’apertura di veri e propri negoziati di pace per arrivare a un trattato conclusivo del formale stato di guerra che ancora esista fra la Corea comunista e i suoi nemici, Corea del Sud e Stati Uniti. La cosa è importante perché in primo luogo, Pyongyang da tempo chiede la firma di un vero trattato di pace che sostituisca l’attuale armistizio; in secondo luogo perché firmare un trattato di pace porterebbe quelle garanzie di sicurezza e di non aggressione che il regime comunista nord-coreano chiede dal 2002, senza alcun reale successo all’amministrazione Bush. La faccenda deve essere sottolineata: la Corea del nord ha fatto, dal 2002, della richiesta di sicurezza, la vera architrave del suo spericolato gioco di poker atomico: si potrebbe affermare che il regime comunista di fatto usi il “ricatto della bomba” (che in molti sospettano abbia) da un lato per cercare di avere aiuti e risorse, dall’altro per evitare un attacco militare americano. E’ appena il caso di ricordare che la crisi nucleare coreana, oi per meglio dire questa seconda crisi nucleare nord-coreana, è scoppiata praticamente in perfetta coincidenza temporale con l’inizio dell’ultima fase della crisi irachena. Se il documento segreto dell’amministrazione Bush fosse davvero accettato come base della nuova politica americana per la Corea del nord, il cambio di impostazione sarebbe radicale. E segnerebbe l’avvio di una fase nuova della politica internazionale americana: una soluzione politica alla crisi coreana condurrebbe ad una soluzione politica della crisi iraniana.
Libero Cerrito
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